I 7 RE DI ROMA

I 7 RE DI ROMA

Classe quinta.

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ADJECTIVES

ADJECTIVES

Comparativi e superlativi. Per classe quinta.

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HO LETTO UN LIBRO….

HO LETTO UN LIBRO….

Ho realizzato, con i miei alunni, questo lapbook della linea “aprendoapprendo” dal sito laboratoriointerattivomanuale.com. Un lavoro utile agli alunni per la schedatura del libro, facile da realizzare e che li ha molto divertiti. In pdf trovate le schede tecniche e per il procedimento consiglio di seguire i video sul sito.                     Alcune copertine con il disegno, il titolo e l’autore.   Le schede interne: personaggio preferito, scena preferita e il voto. Le schede tutte insieme.           La parte...

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W IL CARNEVALE

W IL CARNEVALE

L’idea è presa dal sito laboratoriointerattivomanuale.com io l’ho modificata facendo incollare ai bambini la scheda su un cartoncino rigido. Il farfallino è stato realizzato incollando tanti coriandoli e i capelli con stelle filanti. Facile, veloce e molto divertente!   Nel pdf trovate la sagoma del clown.      ...

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ORTI VIOLETTA

ORTI VIOLETTA

ACCOGLIENZA CLASSE PRIMA Leggiamo ai bambini la storia seguente, spiegando che parla di come le fate acquisiscono il proprio nome. L’attività ha come intento di rendere consapevoli gli alunni sull’unicità di ogni bambino. ORTI VIOLETTA Una mattina piena di sole una fata se ne stava seduta sotto una pianta di ortiche. Non era una fata come le altre: aveva le ali legate alla meglio sulla schiena e i suoi capelli pungevano come gli aculei di un riccio. Inoltre era molto triste perchè non aveva un nome. Arrivò un verme e le si fermò vicino. – Qual è il tuo nome? – domandò. – Io non ho un nome – rispose la fata. – Oh poverina! Beh, Verme è un bel nome. Potremmo chiamarti Verme – disse il verme. – No! – disse la fata – Non voglio essere chiamata Verme. Non è il nome per me – E il verme se ne andò. Poi arrivò un ragno e si fermò vicino alla fata. – Salve! Qual è il tuo nome? – domandò. – Io non ho un nome – rispose la fata. – Oh poverina! Beh, Ragno è un bel nome. Potremmo chiamarti così – disse il ragno. – No! – disse la fata – Non voglio essere chiamata Ragno. Non è il nome per me – E il ragno se ne andò. Più tardi arrivò un bruco e si fermò vicino alla fata. – Salve, qual è il tuo nome? – Domandò. – Io non ho un nome – rispose la fata. – Oh, poverina! Beh, Bruco è un bel nome, potremmo chiamarti Bruco – disse il nuovo arrivato. – No! Non voglio essere chiamata Bruco. Non è il nome per me – Così anche il bruco se ne andò. Alla fine giunse uno gnomo e si fermò vicino alla fata. – Sei una fata nuova non è vero? – domandò – Hai già un nome? – No, non ce l’ho – rispose la fata – e non voglio essere chiamata Gnomo – Lo gnomo rise. – Il mio nome non è Gnomo – disse – Mi chiamo So-Tutto, e so come dare il nome alle fate. Il nome delle fate viene dai fiori, il tuo nome viene...

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I BAMBINI DI TEREZIN

I BAMBINI DI TEREZIN

Un lavoro per spiegare la giornata della memoria ai bambini di classe quinta. Le slide in PDF sono presentate con la LIM. LO SHOAH SLIDE 1: Shoah” è un termine ebraico che significa “sterminio”. Si riferisce ad una delle più vergognose vicende della storia umana avvenuta durante la seconda guerra mondiale. Il regime nazista del dittatore Hitler, fin dal 1933, e il regime fascista del dittatore Mussolini, dal 1938, condussero nei confronti delle persone ebree una vera persecuzione. In un primo momento furono create le “leggi razziali” che, rendendo intollerabili le condizioni di vita delle persone ebree, cercarono di spingerle verso un esodo definitivo all’estero. Poi, mentre si svolgeva la seconda guerra mondiale, gli ebrei vennero isolati e concentrati nei ghetti. SLIDE 2- 3 Che cos’era un ghetto? Il ghetto è un’area nella quale persone considerate (o che si considerano) di una determinata etnia, o unite da una determinata cultura o religione, vivono in gruppo, in regime di reclusione più o meno stretto. In realtà il termine nasce per indicare il quartiere ebraico, quella zona della città in cui gli ebrei erano anticamente confinati ad abitare, e completamente rinchiusi durante la notte. All’inizio del 1942 venne, infine, varata la “soluzione finale del problema ebraico”. Un piano agghiacciante di sterminio che prevedeva la deportazione degli ebrei di tutti i paesi occupati nei lager e la loro uccisione. SLIDE 4 – 5 . In tutto sono stati uccisi circa 6 milioni di ebrei. Nei Lager tutti i prigionieri, compresi i bambini, venivano privati dei loro abiti e obbligati ad indossare la zebrata, cioè una casacca e un paio di pantaloni per i maschi e un largo camicione per le femmine a strisce grigio-azzurre. SLIDE 6 Sulla zebrata venivano cuciti un triangolo e un numero di matricola. Il triangolo era un contrassegno di stoffa che veniva dato a ciascun deportato insieme al numero al momento dell’immatricolazione. Il colore del triangolo individuava la categoria con la quale l’amministrazione del Lager “catalogava” i deportati: triangolo rosso per i politici, triangolo giallo per gli ebrei, …….. SLIDE 7 . Nel lager di Auschwitz il numero di matricola attribuito a ciascun deportato veniva anche tatuato sull’avambraccio sinistro. SLIDE 8 – 9 Tutti i prigionieri dovevano lavorare...

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